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MAIOLICA E TERRACOTTA

MAIOLICA E TERRACOTTA

La maiolica nasce in età medievale e raggiunge lo splendore nel Rinascimento quando, grazie al mecenatismo dei Della Rovere, tra Urbino, Urbania e Pesaro, si sviluppa una delle più fiorenti industrie italiane. È un itinerario affascinante quello all’interno della provincia di Pesaro e Urbino, nelle antiche terre della maiolica alla scoperta dei caratteristici piatti amatori, boccali, vasi da farmacia, coppe, albarelli e crespine, prodotti ancora oggi dalle botteghe del territorio.

Pesaro si presenta come uno dei centri nazionali della grande tradizione della ceramica, grazie alle raffinate decorazioni “raffaellesche” del XVI secolo e alle novità introdotte dalla fabbrica Casali e Callegari (tra cui anche la classica “rosa pesarese”), operante dal 1763 al 1815. L’antica tradizione rivive oggi nelle botteghe delle famiglie Bucci e  Molaroni, più innovativa nella ricerca del design la prima, più tradizionale nelle tecniche e nei colori l’altra.

Oltre alla presenza nel territorio pesarese di numerose botteghe, meritano una visita i Musei Civici, composti dalla Pinacoteca e dal Museo delle Ceramiche, uno dei più importanti d’Italia con rari esemplari delle più celebri fabbriche dal Rinascimento al Settecento con dipinti, maioliche e porcellane.

A Urbino, capitale del Rinascimento, la produzione della maiolica tocca livelli di assoluta eccellenza: il Palazzo Ducale ospita, tra gli altri capolavori, piatti urbinati e opere delle officine di Patanazzi e Nicola da Urbino.

 Nela vicina Urbania, l’antica Casteldurante, è ancora fiorente la tradizione della maiolica, divenuta famosa nel XVI secolo grazie agli abili maiolicari del luogo che, favoriti dalla corte Roveresca, poterono giovarsi della collaborazione di pittori famosi, dando vita così al genere dell’istoriato.

Oggi gli artigiani trovano ispirazione negli antichi motivi istoriati e nelle eleganti decorazioni che resero celebre nel mondo la ceramica durantina, splendidi esemplari della quale sono conservati nelle collezioni del Palazzo Ducale e del Museo Diocesano. Per divulgare i segreti di questa nobile arte, in estate il Comune organizza soggiorni didattici per l’apprendimento delle antiche tecniche, grazie alle nuove botteghe che ancora oggi rivivono i colori e la ricchezza straordinaria dei vasi e dei piatti istoriati.

Ad Ascoli Piceno la tradizione della maiolica vanta origini antichissime, almeno dal XIV secolo. Dopo un arresto nella produzione, essa riprende con nuovo vigore a partire dal 1812, grazie ai lavori delle fabbriche Paci e Matricardi che si avvalsero del contributo di autori come Adolfo De Carolis e Bruno da Osimo. Oggi la produzione continua con la manifattura M.A.A. (Maioliche Artistiche Ascolane) e grazie al lavoro di numerose fabbriche artigianali che si ispirano al passato. Da qualche anno Ascoli Piceno è entrata a far parte del ristretto novero delle città di antica tradizione ceramica e sulla base del progetto “Terra e fuoco”, è iniziato un processo di valorizzazione delle botteghe Ceramiche di tanti giovani ceramisti che operano nell’ambito del territorio comunale. Recentemente è stato aperto il Museo della Ceramica nel suggestivo convento di San Tommaso, una struttura non soltanto destinata alla esposizione delle preziose collezioni storiche comunali, ma concepita come un vero e proprio polo delle arti ceramiche, dove è possibile conoscere a fondo le tecniche produttive, svolgere degli stages, prendere parte a laboratori didattici, organizzare concorsi dedicati alle arti applicate, grazie all’allestimento di spazi appositamente attrezzati per la realizzazione di oggetti anche di grandi dimensioni.

Ad Appignano, nel maceratese, vengono prodotte delle terrecotte rustiche dalle caratteristiche lavorazioni che vanno dai lucenti smalti dorati o azzurri, al classico fondo bianco spruzzato di verde, fino al tradizionale “biscotto”.

A Fratte Rosa è presente una tradizione antica e originale nelle forme e nel design, che è rappresentata dalla produzione di terrecotte, in particolare è nota la produzione dei “cocci di Fratte Rosa”, che devono il proprio nome al tipico colore rosa dei mattoni delle case.

Nello storico Convento francescano di Santa Vittoria a Fratte Rosa è ospitato il Museo della Terracotta e della Terra cruda, divenuto parte integrante di un lungo e complesso progetto volto a tutelare e promuovere nel modo appropriato le specifiche radici artigiane.

 Anche il vicino comune di Barchi è rinomato per la produzione delle terracotte. Nel Museo di Orci e Orciai della Banda Grossi si possono ammirare i manufatti elaborati con le tecniche antiche da uno degli ultimi vasai, Peppe Furiassi, dai fratelli Giovanni e Duilio Bartocetti ed è anche l’unica eredità artigianale lasciata da Elio e Delvidio Furiassi alla società Artigiana Vasai, la sola che ha superato il declino di quei tempi segnati dall’avvento dell’industria e della plastica. La Società Artigiana Vasai, è stata infatti fondata negli anni .60 da un gruppo di artigiani ed è tutt’ora gestita, con grande competenza ed entusiasmo, dai F.lli Pandolfi che, pur continuando ad avvalersi delle tradizioni delle precedenti generazioni di vasai, hanno acquisito negli anni esperienza e nuove conoscenze in materia.

 

www.museicivicipesaro.it

www.urbania-casteldurante.it

www.ascolimusei.it

www.comune.barchi.pu.it

www.comune.fratte-rosa.pu.it

(Liberamente tratto da www.turismo.marche.it)
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