L’ARTIGIANO

Le Marche sono una terra ricca di arte e cultura e di antichi mestieri che si tramandano ancora oggi nelle botteghe artigiane. Le materie prime vengono lavorate con arte antica, nel rispetto delle tradizioni locali.
Da questa sapienza, dal “saper fare”, nascono le produzioni tipiche dell’artigiano marchigiano. È in queste tradizioni che risiede la forza del modello economico regionale, imperniato sullo sviluppo della piccola e media impresa, diffusa in maniera capillare nel tessuto storico delle Marche.
Esiste nelle Marche un giacimento di cultura e antiche tradizioni che rischia di rimanere sconosciuto non solo al viaggiatore che percorre questa terra, ma anche ai suoi abitanti. Protetti dalle mura dei piccoli centri urbani, sono ancor oggi numerosi gli artigiani un tempo al servizio dell’agricoltura locale. Si tratta della stessa popolazione che fu definita da Corrado Alvaro “tutta operosa, che lavora ancora ai ferri battuti e che ha imparato bene i vecchi mestieri, fabbri e falegnami, buoni costruttori…”. Abili e ricchi di inventiva, sapevano far fronte a tutte le esigenze: il fabbro, attivo anche come maniscalco, piegava all’occorrenza il ferro in eleganti volute; il falegname, detto anche marangone, costruiva i birocci colorati e i cassoni per le spose; il muratore, alternando la creta per i mattoni con la manifattura di vasellame, collaborava con il ceramista.
I lavori femminili non erano da meno: tele di lino stampate a disegni color ruggine o azzurro e tessute con il telaio costituivano il corredo delle spose (recita un antico proverbio marchigiano “Donna co’ la conocchia / fortunati a quilli che tocca”), mentre a Offida le merlettaie, tuttora attive, realizzavano preziosi ricami al tombolo e a Falerone e Acquaviva Picena mani sapienti intrecciavano, con un paziente lavoro, utili paiarole, ossia cesti di paglia o di vimini.
Se è vero che molti degli antichi mestieri, legati alla mezzadria, vanno scomparendo per essere assorbiti da una dimensione industriale, è tuttavia innegabile che un mondo straordinario anima tutt’oggi i centri storici dei borghi marchigiani dove, tra torri e campanili, vicoli, piazzette, teatri, musei, nei pressi di spiagge affollate o di casolari di campagna, è possibile incontrare donne e uomini che hanno scelto di intraprendere un’attività artigianale contando soprattutto sulla propria abilità e creatività, mescolando il sapere antico con il design ed il gusto dei nostri giorni.
Effettivamente, la tradizione dell’artigianato artistico è così tanto diffusa nella regione,che solo con difficoltà si possono indicare i luoghi più noti e i prodotti più caratteristici; a conferma di ciò, si pensi alla toponomastica dei centri urbani:quante volte capita infatti d’imbattersi in una delle numerose “via dei vasari”, “degli orefici”,“della cartiera” o “della lana”, oppure in un “borgo conce”, in una “porta del cuoio” o in una “fonte canapina”?
(Liberamente tratto da www.turismo.marche.it)