Giovanni Battista Pergolesi

Giovanni Battista Pergolesi nacque a Jesi nelle Marche nel 1710 e fin da fanciullo fu di salute delicatissima, minato dalla tisi e colpito da poliomelite che gli offese una gamba.
Iniziati gli studi musicali nella città natale, li prosegui a Napoli dove continuò lo studio del violino e «contrappunto e suono di tasti». Al Conservatorio si segnalò come valente violinista e compositore.
Nel 1733 musicò “Il prigioniero superbo”, opera seria e nello stesso anno fu replicata al S. Bartolomeo la «commedja pe’ mmuseca» “Lo frate ‘nnamurato”, su libretto di G. A. Federico. Ormai considerato musicista di prestigio, venne assunto come maestro di cappella del principe di Stigliano Colonna e nel 1735 ricevette un posto ufficiale nella cappella regia.
Le caratteristiche originali della musica pergolesiana sono la dolcezza e la malinconia che traspaiono dalla creazione melodica.
Pergolesi compose opere serie e opere buffe, intermezzi, oratori, cantate, musica sacra, musica strumentale, ma furono “La serva padrona” e lo “Stabat Mater”che gli assicurarono fama imperitura. “La serva padrona” è il capolavoro di teatrale comico, che divenne in seguito il modello di questo genere musicale, seguito poi da musicisti quali Mozart e Rossini.
Nel 1735 Pergolesi, sentendo diminuire continuamente le proprie forze, lasciò ogni attività e si ritirò a Pozzuoli nel convento dei frati Cappuccini ove finì, pochi giorni prima di morire, l’inarrivabile “Stabat mater” per 2 voci femminili e archi. Morì a soli 26 anni nel 1736 di tubercolosi e fu sepolto in una fossa comune come più tardi accadrà a Vivaldi ed a Mozart.